Come la naturopatia ha cambiato la mia vita

14 dicembre 2020

Oggi vorrei svelarvi come mi sono avvicinato alla naturopatia e come ha cambiato la mia vita. Spesso sento dire che la naturopatia è uno stile di vita. Non condivido quest'affermazione. La naturopatia è un cammino. Il cammino della salute attraverso la consapevolezza, ma sembra quasi riduttore in quanto ci si dimentica spesso che nella salute non fa solo parte la salute fisica ma bensì quella psichica e spirituale.

Due episodi che mi hanno fatto avvicinare alla naturopatia anche se ce ne sono tanti altri.

All'epoca, non ne ero nemmeno consapevole e non sapevo nemmeno cosa fosse la naturopatia. Dall'età di 13 anni fino a 20 anni, ho sofferto di un male comune agli adolescenti, acne giovanile. Avevo il viso e la schiena, entrambi coperti di brufoli. Per 7 anni, sono stato in cura da dermatologi. Mi hanno prescritto creme a base di cortisone che mi seccavano la pelle senza dare una reale soluzione. Mi ricordo ancora di un episodio di quando facevo il mio apprendistato in banca (perché all'epoca non sapevo nemmeno che la figura del naturopata esistesse). Una delle tante creme a base di cortisone mi aveva così tanto seccato la pelle che avevo pezzi di pelle che cadevano sul proiettore che proiettava la mia esposizione. A 17 anni, non è stato psicologicamente molto piacevole. Mi ricordo lo sguardo degli altri divertiti e schifati allo stesso tempo, ma come darli torto... Dopo 7 anni di esasperazione, l'ultimo dermatologo mi prescrisse il roaccutane, noto medicinale di quei anni. Dopo 2 settimane di somministrazione, mi ricordo benissimo perché era la domenica di Pasque (evidentemente era la mia resurrezione inconscia), sono stato ospedalizzato con una febbre a 41°C. I medici non sapevano cosa avessi (le diagnosi incerte e poco concludenti mi hanno seguito anche durante altri episodi). Dopo 7 giorni di ospedale, sono uscito disabilitato e con 7 kg in meno, deciso a tenermi i miei brufoli e buttare via le pastiglie di roaccutane.

In quel momento, ero ancora inconsapevole di una prima guarigione psichica, ossia l'accettazione di me stesso. Arrivato a casa, mi sono messo a leggere un libro. Parlava di cure con l'argilla. Dicevano di applicarla, di berla, di disinfettare il tutto con succo di limone. Sembrava tutto così logico e semplice. Inoltre parlavano anche di alimentazione senza dare molte spiegazioni.

In quei anni, trovai un'erborista a Thonon-Les-Bains in Francia che faceva anche consulti naturopatici. Mi diede i miei primi fitocomplementi e mi disse di eliminare tutti i cibi acidificanti.

Ero un po' scettico ma mi sono detto perché non provare? Dopo 7 anni di cortisone e antibiotici, non poteva andare peggio. Inoltre ero molto motivato ad andare in Francia che distava una settantina di km da dove vivevo con la mia famiglia. Adoravo guidare, mi sentivo libero e nella mia mente era liberatorio trovare persone che mi capivano e soprattutto che non si accanivano sulla sintomatologia (brufoli) ma bensì sulle cause.

In 6 mesi, sono guarito. Non avevo più un brufolo e nemmeno una cicatrice. Mi sentivo così libero e fortunato. Anni dopo, capì che quella "fortuna" non era dovuto al caso, ma bensì all'inizio di un cammino che a quei tempi non avevo ancora compreso.

Un secondo episodio riguardava quando avevo circa 28 anni. Lavoravo per la Confederazione, ma avevo deciso di vivere a Como in quanto volevo fare l'esperienza di vivere in Italia (anche quella era una fuga, me ne resi conto solo più tardi). All'epoca, mi sentivo poco bene. Mi sentivo molto debole, avevo una tristezza di fondo, non avevo appetito, la mia alimentazione era principalmente composta da carboidrati e zuccheri, il mio aspetto non mi piaceva, ero costantemente messo alla prova dai miei capi, non mi piaceva più ciò che facevo, potevo contare su poche persone. Tutte le mattine avevo nausea con vomito prima di andare al lavoro. Feci degli esami dal mio medico che rivelo che i miei valori erano perfetti, malgrado che non stavo bene. Feci ripetere gli esami da un altro medico ma tutto risultava in ordine. Spiegavo i miei sintomi a medici, farmacisti ma più spiegavo e più mi sentivo incompreso. Anzi giudicato in quanto facevo perdere tempo a questi specialisti. Capì che la nausea con il vomito era un rifiuto del mio lavoro e delle pressioni che accadevano al lavoro. In quel momento, avevo un esame professionale da sostenere. Ero convinto di averlo bocciato e per me sarebbe stata la via di fuga per dare le mie dimissioni. Volevo la soluzione di facilità per affrontare la situazione creata al lavoro. E infatti, superai quell'esame professionale. Invece di essere felice di averlo superato, ero ancora più triste.

All'epoca, la naturopatia non era ancora un'evidenza come qualche anno dopo. Avrei voluto fuggire ma giustamente dovevo affrontare la situazione lavorativa senza fuggirla come avevo previsto. Affrontai dunque quella situazione in maniera difficile ma risolutiva. I sintomi sono spariti, ho ricominciato a prendere gusto alla vita, al cibo. Ho dato ascolto al mio corpo.

Tante persone vivono queste situazioni ogni giorno, ma non danno ascolto al loro corpo. Ciò provoca patologie ben più grave che constato tutti i giorni in studio.

Come queste, ho vissuto tante altre guarigioni. Ma credo che l'arma più affilata contro la malattia è la consapevolezza di essere al posto giusto con la possibilità di esprimere ciò che si è senza dovere recitare un ruolo.

Mi sembrava giusto condividere questo con voi. Forse queste mie esperienze possano dare un aiuto a qualcuno di voi.

Prendete cura di voi.

Nicola Mirko Villani

Terapista in medicina olistica

Riconosciuto dalle casse malati

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